Lavorare con i matti, e raccontarli: Mario Tobino e Giuliano Scabia

Due esperienze, due scritture, due manicomi, due diverse posizioni verso la malattia mentale. Nell’istituto ospedaliero di Maggiano, in provincia di Lucca, opera Mario Tobino, psichiatra e scrittore che, sulla base delle cartelle cliniche compilate per molti anni in qualità di direttore del reparto “donne agitate”, scrive il suo capolavoro Le libere donne di Magliano (1953). Un libro che denuncia le condizioni in cui erano tenute le pazienti dell’ospedale psichiatrico e lo fa conoscere al grande pubblico. Un romanzo scritto con uno stile frammentario e una lingua accesa, per «dimostrare che anche i matti sono creature degne di amore», come scrive nella Prefazione alla ristampa del 1963. Tobino vi rappresenta la vita dei pazienti nei manicomi quando nel trattamento delle malattie psichiche non erano ancora stati introdotti gli psicofarmaci. Ne viene una galleria di ritratti memorabili, tragici e degni di pietas, che si incidono nella mente del lettore. 

Nel 1971 arriva a Trieste per dirigere l'ospedale psichiatrico Franco Basaglia, psichiatra già noto per il suo progetto di «superare il manicomio». Fondatore del movimento “Psichiatria Democratica”, è il padre della legge 180 che promosse un nuovo trattamento dei disturbi mentali nel rispetto della persona umana. Poco dopo il suo insediamento, Basaglia chiama a Trieste Giuliano Scabia – drammaturgo, attore, poeta – per affidargli un laboratorio con i matti. A lui si aggregano pittori, scultori, fotografi, animatori, insegnanti, registi; ne viene un’esperienza unica e rivoluzionaria che trova nella grande scultura in cartapesta blu di Marco Cavallo il simbolo della liberazione dei matti e dell’apertura delle strutture manicomiali. La cronaca del laboratorio, affidata a una scrittura a più mani sotto la supervisione di Giuliano Scabia, è raccontata in un libro prezioso che ci consente di entrare dentro quell’esperimento, di conoscerne le fasi progettuali, le attività, le discussioni, i problemi, i rapporti con medici e infermieri, fino alla festa finale.

Rispetto alla visione e alla proposta basagliana Mario Tobino ebbe una posizione critica. A quarant’anni dalla morte di Franco Basaglia, il corso offre la possibilità di mettere a confronto due diversi modi di intendere la malattia mentale e di rapportarsi ad essa.