Course Syllabus
Titolo
Incontrare l’altro. L’agire pedagogico come traduzione
Argomenti e articolazione del corso
L’incontro è un problema. Non c’è accadere educativo senza incontro, ma incontrare l’altro è difficile. L’enfasi posta sulla parola relazione nella discorsività educativa rischia di annacquarne il significato. Questo deve dunque essere specificato e in tal modo qualificato in senso educativo, valorizzando non solo il tema dello scambio dialogico, ma anche quelli dell’urto, dell’interferenza, della richiesta e dell’ingiunzione, detto altrimenti: dell’incontro. Nell’incontro c’è sempre un movimento doppio o comunque un contro-movimento: per quanto mi diriga verso l’incontro, che l’incontro accada non dipende strettamente da me; nell’incontro c’è una dimensione di passività irriducibile sia per quanto riguarda me che per quanto riguarda l’altro. Allora, per essere tale un incontro non può essere prefissato, deve essere improgrammabile o, detto in altri termini, deve avere una componente di imprevisto. L’incontro, per definizione, confina e si spinge nell’ignoto, è, in tale senso, qualcosa che sfugge alle categorie che abbiamo a disposizione in anticipo per prevederlo e, dunque, da ultimo, anche per comprenderlo, cioè per ridurne l’effetto: si può dire che, quando accade, un incontro è un avvenimento.
Eppure è all’interno di una scena o di un ambiente educativo, di una situazione concreta non qualificata per la sola relazionalità, che si produce la relazione e ‒ nella relazione o al culmine della relazione ‒ l’incontro. Possiamo allora dire che l’incontro accade nel quadro di quelle che potrebbero essere definite le situazioni dell’incontrare. Se è vero che l’incontro è immediato, avvenendo dove ogni mezzo è caduto, ciò non toglie che ‒ prima e dopo ‒ vi siano le mediazioni dell’incontro: prima abbiamo il medium e le mediazioni attraverso i quali l’incontro diviene praticabile; dopo, quelli che ne riportano gli effetti nel mondo. Qui si apre lo spazio per l’agire educativo, per una costruzione pedagogica dello spazio dell’incontro.
Per saggiare questa possibilità si svilupperà una riflessione sull’incontro a partire dal tema del linguaggio e in particolare dell’incontro tra mondi differenti, come accade nell’opera di traduzione. Cosa hanno da insegnare al pedagogista le riflessioni filosofiche sulla traduzione? La linea di intervento dell’educatore non può che essere sempre prospettica: non posso che vedere, sempre, di scorcio; devo partire dall’assunto che una visione globale o panoramica mi è preclusa e che dunque nella mia azione vi è sempre ‒ strutturalmente ‒ qualcosa che mi sfugge, uno scarto. La non-adeguazione tra le mie aspettative e quelle altrui, tra il senso che attribuisco a un fenomeno e quello inteso da chi è coinvolto con me nello stesso, tra i progetti e gli effetti, sono aspetti irriducibili. Pertanto ‒ finché agiamo ‒ siamo sempre in un regime di traducibilità: il giusto impegno nella negoziazione e nella transazione al fine della compensazione, va di pari passo con la consapevolezza dell’inevitabilità della perdita, che qualcosa tra l’uno e l’altro, nel passaggio dall’uno all’altro, vada inevitabilmente perduto. Possiamo insistere, tornando a fare il possibile, consapevoli che quanto possiamo fare è sempre infinitamente meno di quanto siamo chiamati a fare. In tal senso, il modello della traduzione ‒ declinato in chiave ermeneutica o più spinto nella valorizzazione dell’alterità ‒ ha preso piede in pedagogia quale risorsa per la pratica educativa.
Obiettivi
L’insegnamento di etica della relazione ha l’obiettivo di fornire strumenti teorici che consentano allo studente di compiere una lettura dei fenomeni educativi e delle relazioni formative – in vista delle pratiche di consulenza e di coordinamento pedagogico – con particolare riferimento alla dimensione etica.
Obiettivi didattici specifici:
1. Conoscenza e comprensione dei temi e dei modelli teorici di riferimento discussi nel corso.
2. Autonomia riflessiva e critica rispetto ai contenuti.
3. Capacità di applicare le conoscenze e i modelli alle situazioni e ai contesti.
Metodologie utilizzate
Insegnamento con ore frontali e attività di laboratorio:
- 15 lezioni da 3 ore svolte in modalità erogativa in presenza
- 4 esercitazioni da 3 ore svolte in modalità interattiva in presenza
Nello specifico il corso dunque compremnderà: lezioni introduttive e discussioni sui temi e sulle direttrici fondamentali del percorso teorico; analisi guidata dei testi; giornate di didattica attiva con esercitazioni in classe a partire da schede e materiali audiovisivi; momenti di ricapitolazione condivisa sulla base degli schemi forniti tramite power-point o con interventi esterni.
Il corso è erogato in italiano.
Materiali didattici (online, offline)
Libri di testo, schede e documenti per esercitazioni e lavori di gruppo, materiali audiovisivi
Programma e bibliografia
Il corso si divide in quattro parti:
- La prima parte è finalizzata a mostrare la rilevanza delle categorie di incontro e di dialogo nell’ambito della discussione pedagogica attuale, sollecitata in particolare dalle questione della venuta dell’altro, dell’estraneo e dello straniero (attraverso il contributo di Franco Cambi).
- La seconda parte indagherà da un punto di vista filosofico i vari significati del concetto di incontro, inteso come una specifica modalità della relazione che valorizza nel rapporto l’elemento dello scarto e della differenza (sulla scorta del saggio di François Jullien).
- La terza parta consiste in una disamina della riflessione filosofica sul tema della traduzione e dei differenti modelli per pensarla (grazie al volume di Antoine Berman)
- La quarta parta consisterà in una dettagliata analisi di tre brevi e fondamentali saggi sulla traduzione scritti da alcuni tra i maggiori filosofi del Novecento: Paul Ricoeur, Walter Benjamin e Jacques Derrida.
Bibliografia
- F. Cambi, Incontro e dialogo. Prospettive della pedagogia interculturale, Carocci, Roma 2012 (130 pagine).
- F. Jullien, L’apparizione dell’altro. Lo scarto e l’incontro, Feltrinelli, Milano 2020 (168 pagine).
- A. Berman, La traduzione e la lettera o l'albergo della lontananza, Quodlibet, Macerata 2022 (da p. 1 a p. 80)
- P. Ricoeur, La traduzione. Una sfida etica, Morcelliana, Brescia 2002 (da p. 41 a p. 103)
- W. Benjamin,Il compito del traduttore, in Angelus Novus. Saggi e frammenti, Einaudi, Torino, 1995 (pp. 39-52).
- J. Derrida, Des tours de Babel, in Psyché. Invenzioni dell’altro. Volume I, Jaca Book, Milano 2020 (pp. 225-263).
La bibliografia è per tutti.
Modalità d'esame
Frequentanti: esame orale
Colloquio sugli argomenti svolti e sui testi d'esame.
Non sono previste prove in itinere.
La prova finale consiste in un colloquio orale nel corso del quale oltre alla verifica della conoscenza del contenuto dei volumi presenti in bibliografia è prevista la discussione degli argomenti approfonditi durante il corso. Verranno valutate le capacità di analisi, di rielaborazione e di applicazione delle categorie filosofiche discusse.
Rispetto agli indicatori della SUA-Cds annuale del Corso di Studi, più specificamente:
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In riferimento a Orientarsi nella conoscenza dei molteplici modelli teorici, metodologie, strumenti, la prova orale accerterà, con opportune domande, la conoscenza approfondita dei modelli teorici che indagano il tema in oggetto, presentati durante il corso.
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In riferimento a Analizzare, comprendere e interpretare i problemi presenti nei contesti educativi, il colloquio verificherà l’abilità di leggere e interpretare, sulla base dei modelli presentati, problemi, situazioni e contesti concreti, portando gli studenti a riflettere su casi discussi durante le lezioni o che fanno riferimento alla loro esperienza nel settore.
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In riferimento a Predisporre la consulenza pedagogica, nel corso della discussione, si saggerà la consapevolezza dello studente riguardo alla complessità della pratica consulenziale e le abilità di riflessione e di rielaborazione rispetto a significati e problemi ad essa connessi
Non frequentanti: esame orale
La prova finale avrà le stesse caratteristiche, la valutazione avrà luogo a partire dalla conoscenza dei testi, anziché dall’articolazione di questa con gli approfondimenti condotti in aula.
Non sono previste prove intermedie..
Orario di ricevimento
Il Prof. Vergani riceve il mercoledì dalle 11.00 alle 13.00. Tel. 4896 U6 Piano: IV Stanza 4146 (si prega di inviare preliminarmente una mail al docente, in modo da poter organizzare i colloqui). Informazioni ordinarie possono essere richieste, oltre che per e-mail, anche prima o dopo la lezione.
Durata dei programmi
I programmi valgono due anni accademici.
Sustainable Development Goals
Course title
Meeting the other. Pedagogical action as translation
Topics and course structure
Encounter is a problem. There is no educational happening without encounter, but encountering the other is difficult. The emphasis placed on the word relationship in educational discourse runs the risk of watering down its meaning. This must therefore be specified and in this way qualified in an educational sense, enhancing not only the theme of dialogical exchange, but also those of collision, interference, request and injunction, in other words: of encounter. In the encounter there is always a double movement or, at any rate, a counter-movement: no matter how much I direct myself towards the encounter, that the encounter happens does not strictly depend on me; in the encounter there is a dimension of irreducible passivity both as regards me and the other. So, to be such, an encounter cannot be prearranged, it must be unplannable or, put another way, it must have a component of the unexpected. The encounter, by definition, borders on and pushes into the unknown, it is, in that sense, something that escapes the categories we have at our disposal in advance to foresee it and, therefore, ultimately to understand it, i.e. to reduce its effect: it can be said that, when it happens, an encounter is an event.
Yet it is within a scene or an educational environment, a concrete situation not qualified for relationality alone, that the relationship is produced and - in the relationship or at the culmination of the relationship - the encounter. We can then say that the encounter happens within the framework of what could be called the situations of encounter. While it is true that the encounter is immediate, occurring where every medium has fallen, this does not detract from the fact that - before and after - there are the mediations of the encounter: first, we have the medium and the mediations through which the encounter becomes practicable; after, those that bring its effects back into the world. Here the space opens up for educational action, for a pedagogical construction of the encounter space.
In order to test this possibility, a reflection on the encounter will be developed starting with the theme of language and in particular the encounter between different worlds, as occurs in the work of translation. What do philosophical reflections on translation have to teach the educator? The educator's line of intervention cannot but always be perspectival: I cannot but see, always, in foreshortening; I must start from the assumption that a global or panoramic view is precluded to me and that therefore in my action there is always - structurally - something that escapes me, a gap. The non-adaptation between my expectations and those of others, between the meaning I attribute to a phenomenon and that intended by those involved with me in the same, between projects and effects, are irreducible aspects. Therefore - as long as we act - we are always in a regime of translatability: the right commitment to negotiation and transaction for the purpose of compensation, goes hand in hand with the awareness of the inevitability of loss, that something between one and the other, in the transition from one to the other, is inevitably lost. We can persevere, going back to doing what we can, aware that what we can do is always infinitely less than what we are called upon to do. In this sense, the model of translation - whether declined in a hermeneutic key or more driven in the valorisation of otherness - has taken hold in pedagogy as a resource for educational practice.
Objectives
The aim of this course in relational ethics is to provide the student with the theoretical tools required to read educational phenomena and relationships – with educational consultancy and coordination roles in mind – and with a focus on ethics.
Specific learning objectives:
1. Knowledge and understanding of the main theoretical models explored during the course.
2. Independent critical reflection on course contents.
3. Ability to apply course knowledge and models to specific situations and contexts
Methodologies
Teaching with face-to-face hours and laboratory activities:
- 15 3-hour lectures delivered in face-to-face delivery mode
- 4 3-hour tutorials conducted in face-to-face interactive mode
Specifically, the course will therefore comprise: introductory lectures and discussions on the fundamental themes and guidelines of the theoretical pathway; guided analysis of the texts; days of active teaching with in-class exercises based on worksheets and audiovisual materials; moments of shared recapitulation on the basis of the outlines provided via power-point or with external interventions.
The course is delivered in Italian.
Online and offline teaching materials
Course books, PowerPoint presentations, worksheets and other documents for individual exercises and group work, audio-visual materials.
Programme and references
The course is divided into four parts:
- The first part is aimed at showing the relevance of the categories of encounter and dialogue within the current pedagogical discussion, prompted in particular by the question of the coming of the other, the stranger and the foreigner (through Franco Cambi's contribution). .
- The second part will investigate, from a philosophical point of view, the various meanings of the concept of encounter, understood as a specific modality of the relationship that valorises the element of gap and difference (following François Jullien's essay).
- The third part consists of an examination of philosophical reflection on the theme of translation and the different models for thinking about it (through Antoine Berman's volume)
- The fourth part will consist of a detailed analysis of three short and fundamental essays on translation written by some of the greatest philosophers of the 20th century: Paul Ricoeur, Walter Benjamin and Jacques Derrida.
Bibliography
- F. Cambi, Incontro e dialogo. Prospettive della pedagogia interculturale, Carocci, Roma 2012 (130 pagine).
- F. Jullien, L’apparizione dell’altro. Lo scarto e l’incontro, Feltrinelli, Milano 2020 (168 pagine).
- A. Berman, La traduzione e la lettera o l'albergo della lontananza, Quodlibet, Macerata 2022 (from p. 1 to p. 80).
- P. Ricoeur, La traduzione. Una sfida etica, Morcelliana, Brescia 2002 (from p. 41 to p. 103)
- W. Benjamin, Il compito del traduttore, in Angelus Novus. Saggi e frammenti, Einaudi, Torino, 1995 (pp. 39-52).
- J. Derrida, Des tours de Babel, in Psyché. Invenzioni dell’altro. Volume I, Jaca Book, Milano 2020 (pp. 225-263).
The bibliography is for all.
Assessment methods
Attending students: oral exam.
Exam on the topics covered and examination texts.
There are no in itinere tests.
Assessment will consist of a final oral examination of the student’s knowledge of the course material (required reading) and the topics discussed in class. The examiner will evaluate candidates’ ability to critically analyze, rework, and apply the philosophical categories studied.
More specifically, in relation to the criteria laid down in the official annual course description (SUA_Cds):
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With respect to Organizing knowledge of multiple theoretical models, methods and instruments, the oral examiner will ask candidates questions designed to verify their knowledge of the theoretical models presented during the course.
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With respect to Analyzing, understanding and interpreting problems affecting educational settings, the oral examiner will verify candidates’ ability to read and interpret, in light of the models presented during the course, concrete problems, situations, and settings, by inviting them to discuss case studies analyzed in class or their own experience in the education sector.
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With respect to Preparing for educational consultancy, in the course of the oral examination, the examiner will assess candidates’ awareness of the complexity of consultancy practice and their ability to reflect on and rework associated meanings and problems.
Non-attending students: oral exam
As above, except that the questions will evaluate the student’s knowledge of the prescribed reading materials without reference to the additional analysis conducted in class.
No intermediated tests are planned.
Office hours
Prof. Vergani receives students on Wednesday from 11.00 to 13.00. Tel. 4896 U6 4ᵗʰ Floor, Room 4146 (students requiring an appointment should request it in advance via email). Routine information may be requested via email, or before or after classes.
Programme validity
The current programme is valid for two academic years.
Sustainable Development Goals
Key information
Staff
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Mario Vergani