Il corso ripercorre la storia del diritto dei contratti e della responsabilità civile in Italia dall’età liberale al fascismo, e quindi dalla fine dell’Ottocento al primo Novecento, con un “focus” sulle vicende giuridiche italiane, ma in una prospettiva comparata, aperta anche ad altre esperienze (Europa e USA). Nel corso si alternano lezioni frontali e lezioni in modalità laboratorio, nelle quali, oltre all’indispensabile cornice di contesto storico, si affrontano singoli temi e problemi, partendo da casi giurisprudenziali o dai documenti d’archivio che raccontano la genesi del codice civile del 1942.
Premesso che i primi codici civili ottocenteschi europei fondarono il diritto delle obbligazioni e dei contratti su basi individualistiche e sulla libertà di contratto, la fine dell’Ottocento anche in Italia è caratterizzata dalla denuncia dei difetti sociali del codice civile e del codice di commercio. La giustizia contrattuale, un’idea prima sepolta nelle pieghe maestose dei codici, ritorna sulla scena a tutto campo. I privati non sono più (totalmente) liberi: cambiano i confini tra pubblico e privato, s’invoca un sindacato sul contenuto del contratto attuato dal giudice e si discute sui rimedi e le tecniche utilizzabili. In particolare, nel corso ci si concentrerà sull’applicazione del codice civile e si ricostruiranno gli itinerari giurisprudenziali in materia di giustizia contrattuale (sproporzione economica delle prestazioni; eccessiva onerosità sopravvenuta; clausole vessatorie nei contratti dei consumatori); inadempimento e responsabilità contrattuale; interpretazione del contratto. Si ricostruiranno inoltre alcuni itinerari giurisprudenziali nel campo della responsabilità civile per fatto illecito, con studio di casi sulla responsabilità civile dei genitori, del magistrato, del medico, per lesione del diritto di credito da parte di terzi (caso di Superga), per violazione della privacy, per danno climatico e danno nucleare. Nelle ultime due parti del corso si tratta delle riforme del codice civile e di commercio, anche attraverso documenti d’archivio: la genesi del PFI (Progetto italo-francese di codice delle obbligazioni e dei contratti, 1927) e del codice civile del 1942, con particolare riferimento al libro III della proprietà, al libro IV delle obbligazioni, al libro V del lavoro. In questo modo, gli studenti avranno modo di passare dall’officina della dottrina e della prassi giurisprudenziale al “cantiere del codice”, secondo l’espressione coniata dal ministro di Grazia e Giustizia Dino Grandi, protagonista della fase finale della codificazione (1939-1942), utilizzando documenti di prima mano tratti dall’Archivio personale di Filippo Vassalli, custodito nel Polo di Archivio Storico dell’Università di Milano-Bicocca. Il grande romanista-civilista (1885-1955) è il filo conduttore di tutto il corso: avvocato, professore, legislatore, egli è stato un vero e proprio “giurista di tre mondi”, operando durante l’età liberale, il fascismo e il primo decennio repubblicano. Con la sua guida, si approfondiranno i lavori preparatori del codice e si affronterà anche il delicato snodo del rapporto tra giuristi e politica sotto la dittatura fascista. In questo modo, durante il corso, gli studenti avranno modo di vivere un’esperienza giuridica a tutto campo: dottrina, magistratura, riforma giuridica e politica dei codici.
Il corso è rivolto a studenti intenzionati a lavorare su testi dottrinali, casi giurisprudenziali e documenti d’archivio relativi al diritto dei contratti e della responsabilità civile, attraverso esercitazioni pratiche di comprensione e interpretazione dei materiali. Per questa ragione, è molto importante e consigliata la frequenza.