Scelta dell'argomento e del relatore
Che tipo di lavoro posso fare per l'elaborato finale?
Per il tuo elaborato finale, puoi decidere di intraprendere un percorso che si allinea ai tuoi interessi e obiettivi accademici. Per esempio potresti svolgere un'analisi approfondita di un'esperienza pratica significativa che hai svolto durante il tuo percorso, come un tirocinio o uno stage. Oppure, potresti optare per un'indagine empirica, utilizzando studi di caso per esaminare fenomeni specifici o analizzare dati da ricerche preesistenti, fornendo così una discussione critica sui risultati ottenuti. Infine, un'altra possibilità è quella dell'approfondimento teorico. Attraverso una ricerca bibliografica meticolosa su un argomento specifico, puoi contribuire al dibattito accademico esistente. Questi approcci rappresentano solo alcune delle vie che puoi percorrere, ciascuna delle quali offre l'opportunità di approfondire la tua comprensione del campo di studi.
Come scelgo l'argomento dell'elaborato finale?
Per scegliere l'argomento dell'elaborato, chiediti innanzitutto quali temi ti appassionano nell'ambito degli studi organizzativi, su quali hai già una base di conoscenza e con quali docenti ti piacerebbe lavorare. Per trovare ispirazione pensa agli argomenti che hai affrontato durante i corsi e che ti hanno particolarmente entusiasmato. Prova ad approfondirli tramite parole chiave usando gli strumenti e le risorse che hai a disposizione:
La biblioteca di Ateneo - Sede Centrale
Google Scholar
Prometeo
Il confronto con i docenti è fondamentale per allineare i tuoi interessi con i loro campi di ricerca. Infine, valuta anche il tempo che hai a disposizione per la stesura dell'elaborato finale.
E se non trovo un argomento per l'elaborato finale?
Niente panico! Visita le pagine personali dei docenti dove potrai trovare i temi su cui sono disponibili a seguire l’elaborazione di prove finali. Fatti aiutare dai docenti a fare chiarezza o trarre spunto per delle nuove idee. Ricorda che il corso di laurea ha un referente tesi che può aiutarti a focalizzare i tuoi interessi e a identificare un docente.
Chi può svolgere il ruolo di relatore?
Puoi rivolgerti a qualsiasi docente responsabile degli insegnamenti che hai seguito durante il tuo percorso di studi, purché l’insegnamento sia previsto nel Regolamento didattico del Corso di Laurea in Scienze dell’Organizzazione o purché il docente sia in ruolo presso il Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale.
Che ruolo ha il relatore e quali sono i suoi principali compiti?
Il relatore concorda con te l'argomento di approfondimento, assicurandosi che sia adeguato e realizzabile; ti guida nella strutturazione dell'elaborato, fornendoti supporto e consigli durante tutto il processo di scrittura; valuta il tuo elaborato.
Cosa succede se non riesco ad accordarmi con nessun relatore?
Se non sei riuscito ad accordarti con nessun docente, non preoccuparti, puoi rivolgerti al referente tesi che ti supporterà nell'individuare un docente.
Che procedura devo seguire per "l’assegnazione" tesi su Segreterie Online?
Per il caricamento del titolo e dell'elaborato finale su Segreterie Online segui questa guida che ti supporterà nella procedura di "assegnazione" della prova finale.
Stesura dell'elaborato finale
Quanto deve essere lungo l’elaborato finale?
La dimensione dell’elaborato è indicativamente compresa fra 40.000 e 70.000 caratteri (spazi inclusi). Dal conteggio dei caratteri sono esclusi il frontespizio, l’indice, la bibliografia, l’abstract e gli eventuali ringraziamenti.
Posso scrivere l’elaborato in inglese?
L’elaborato può essere redatto in lingua inglese se concordato in anticipo con il relatore.
Quali sono le principali norme redazionali da seguire per la stesura dell’elaborato?
Ti consigliamo di strutturare l'elaborato usando queste norme redazionali:
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- Margini di pagina: 2.5 cm in alto, 2.5 cm in basso, 2.5 cm a sinistra e 2 cm a destra.
- Allineamento: il testo deve essere “giustificato”, cioè allineato sia al margine di pagina sinistro che a quello destro.
- Interlinea: 1.5 righe per il testo principale, 1.5 righe per le citazioni rientrate nel testo, 1 riga per le note a piè di pagina.
- Caratteri: si consiglia di utilizzare Times New Roman nel seguente modo:
- corpo 12 per il testo principale
- corpo 14 grassetto, per i titoli dei capitoli;
- corpo 12 corsivo per i titoli dei paragrafi;
- corpo 11 per le citazioni rientrate nel testo;
- corpo 10 per le note a piè di pagina;
- corpo 11 corsivo per le intestazioni di tabelle e figure;
- corpo 11 per tabelle e note alle tabelle.
- Numeri di pagina: centrati in fondo alla pagina.
- Numerazione capitoli e paragrafi: Quando organizzi il tuo elaborato finale in capitoli, inizia a numerarli dal primo fino all'ultimo, escludendo l'introduzione che, se preferisci, può non essere numerata. Per esempio, se l'elaborato finale ha 4 capitoli principali, questi andranno da 1 a 4. La bibliografia non va numerata. Per quanto riguarda i paragrafi all'interno di ciascun capitolo, usa un sistema che lega il paragrafo al suo capitolo. Ad esempio, il primo paragrafo del terzo capitolo verrà indicato con "3.1". Il numero prima del punto indica il capitolo, quello dopo il punto indica il paragrafo specifico in quel capitolo.
Come posso identificare le fonti bibliografiche appropriate e affidabili per il mio elaborato finale?
Per trovare le fonti giuste per il tuo elaborato finale, inizia chiedendoti: che tipo di informazioni cerco? Dove potrei trovarle? E come posso formulare al meglio la mia ricerca? Usa Google Scholar per un vasto repertorio di pubblicazioni scientifiche o il catalogo digitale aggregato Prometeo per accedere a e-journals, e-books e database specifici del tuo argomento. Questi strumenti sono ottimi per scovare materiale scientifico affidabile e pertinente. Ricordati: Blog, siti non accademici e pagine internet non sono fonti propriamente scientifiche e vanno usate con estrema cautela e moderazione.
È importante citare tutte le fonti che utilizzo?
Sì, è fondamentale citare tutte le fonti che utilizzi nel tuo elaborato. Citare correttamente le fonti non solo riconosce il merito agli autori delle idee originali, ma conferisce anche affidabilità e credibilità al tuo lavoro. Le citazioni possono assumere tre forme:
Forma di citazione |
Descrizione |
Tipo di citazione |
Esempio |
Parafrasi |
La parafrasi è una sintesi del pensiero dell'autore che stai citando
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Le piattaforme sono uno strumento di analisi dei cambiamenti digitali (Carreri et al., 2020).
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Citazione letterale breve
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Quando riporti esattamente le parole dell'autore. |
Sistema autore-data e indicazione della pagina |
«La centralità del gesto produttivo umano è irriducibile. Anzi, questo gesto produttivo rappresenta anche quando è ridotto a un clic, il motore che fa funzionare le grandi piattaforme digital» (Casilli, 2017, p. 46).
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Citazione estesa |
Le parole esatte dell'autore riportate in questo caso sono superiori a 3 righe. |
Rientrata nel testo con sistema autore-data e indicazione della pagina. |
A determinate condizioni, il rapporto uomo-macchina genera una nuova espressione linguistica:
Il lavoro 4.0 sia per il rapporto con il linguaggio, che con il rapporto con le macchine, rappresenta un tipo di attività che ricompone elementi che sono sempre stati separati (Mari, 2018, p. 328).
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Ricorda di essere preciso, chiaro e di rispettare le regole esplicitate in tabella. Quello usato in tabella (autore, data) è lo stile citazionale APA, che utilizzerai anche per la tua bibliografia!
Quali sono le principali sezioni che costituiscono la struttura di un elaborato finale?
La struttura della prova finale segue il seguente ordine: Frontespizio il Facsimile è scaricabile qui;
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- Indice
- Introduzione che generalmente non è numerata e contiene una descrizione sommaria del contenuto dell'elaborato finale (vedi la domanda "Come si scrive l'introduzione di un elaborato finale?");
- Capitoli che costituiscono il cuore dell'elaborato finale. Il numero puó variare a seconda dell'argomento scelto e va concordato con il relatore;
- Conclusioni che riassumono l’intero lavoro dell'elaborato finale;
- Bibliografia
- Eventuali Appendici contenenti informazioni particolari, come tabelle o altro materiale supplementare ecc.
Come si scrive l’introduzione di un elaborato finale?
L'Introduzione nell'elaborato finale svolge un ruolo fondamentale nel fornire una panoramica chiara e concisa dell'argomento trattato, degli obiettivi specifici e della rilevanza del lavoro. Può esserti utile strutturarla considerando che al suo interno dovranno essere presenti l'esplicitazione dell'oggetto dell'elaborato, la sua rilevanza, gli obiettivi e le domande di ricerca, le strategie per rispondervi e l'articolazione del lavoro con una sintesi sommaria dei capitoli.
Come si scrivono le conclusioni di un elaborato finale?
Le conclusioni riassumono gli obiettivi del lavoro, gli strumenti analitici utilizzati, i risultati ottenuti. Possono contenere, inoltre, una riflessione sulle limitazioni del lavoro svolto ed eventuali possibilità di sviluppo futuro. Rispetto all'introduzione, le conclusioni non includono un ampio contesto introduttivo, non sintetizzano il contenuto dei singoli capitoli e possono essere più brevi.
Che ruolo hanno figure e tabelle nell’elaborato finale?
Nell'elaborato finale, tabelle e figure svolgono un ruolo cruciale nel presentare informazioni in modo organizzato e immediatamente comprensibile. Richiedono un titolo descrittivo e la citazione della fonte delle informazioni (si veda Tab. 1.1). L'uso di figure è consigliato quando effettivamente contribuiscono all'argomento trattato.
Tabella 1.1 - Popolazione al 1 gennaio per anni (Italia) |
Anni |
Totale |
2022 |
59.030 |
2023 |
58.997 |
Fonte: Dati Istat |
Ogni volta che fai riferimento a una tabella o figura nel testo, indica chiaramente il numero per facilitare il collegamento con l'elemento grafico menzionato. Quindi, se ad esempio vuoi fare riferimento alla tabella 1.1, nel testo indicherai ad esempio: "(tabella 1.1)" o "come si vede in tabella 1.1", o "si veda la tabella 1.1" etc. Il primo numero indicherà il capitolo, il secondo in ordine progressivo il numero della tabella.
Come scrivo la bibliografia finale?
La bibliografia costituisce un elenco di tutte le opere citate esplicitamente nell’elaborato e posta alla fine dello stesso in una sezione intitolata “Riferimenti bibliografici”. Ricorda che l’elenco deve essere sempre riportato in ordine alfabetico secondo il cognome dell’autore. Attenzione! Quando si inseriscono due opere dello stesso autore nella bibliografia, è consigliabile posizionare prima quella pubblicata precedentemente. Nella tabella che segue sono riportati gli esempi di inserimento delle fonti nella bibliografia finale secondo lo stile citazionale APA.
Tipo di fonte |
Esempio di inserimento nella bibliografia finale |
Libro |
Mutti, A. (1998), Capitale sociale e sviluppo, Bologna: Il Mulino.
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Libro (Traduzione) |
Polanyi, K. (1957), The great transformation, Boston: Beacon Press (trad. it. La Grande Trasformazione, Torino: Einaudi, 2000).
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Evans, G. (2000), “The continued significance of class voting”, Annual Review of Political Science, vol. 3, pp. 401-417.
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Saggio in volume collettaneo
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Goldthorpe, J.H. (2001), “Class and politics in advanced industrial societies”, in T.N. Clark e S.M. Lipset (a cura di), The Breakdown of Class Politics: A Debate on Post-Industrial Stratification, Baltimore: The Johns Hopkins University Press, pp. 105-120.
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Documenti sul web (es. rapporto di ricerca o working paper) |
Pavolini, E. (2016), La sfida della Long Term Care in Europa, disponibile al link https://osservatoriocoesionesociale.eu/wp-content/uploads/ 2016/05/Report-finale-Pavolini.pdf
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Rossi, C.M. (2001), Le politiche di conciliazione tra famiglia e lavoro in Lombardia, Tesi di laurea in Servizio Sociale, Università degli Studi di Milano-Bicocca.
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Se in un elaborato finale dovessimo inserire le fonti presenti nella tabella all’interno della bibliografia finale, questa risulterebbe cosí:
Riferimenti Bibliografici
Evans, G. (2000), “The continued significance of class voting”, Annual Review of Political Science, vol. 3, pp. 401-417.
Goldthorpe, J.H. (2001), “Class and politics in advanced industrial societies”, in T.N. Clark e S.M. Lipset (a cura di), The Breakdown of Class Politics: A Debate on Post-Industrial Stratification, Baltimore: The Johns Hopkins University Press, pp. 105-120.
Mutti, A. (1998), Capitale sociale e sviluppo, Bologna: Il Mulino. Pavolini, E. (2016), La sfida della Long Term Care in Europa, https://osservatoriocoesionesociale.eu/wp-content/uploads/2016/05/Report-finale-Pavolini.pdf
Polanyi, K. (1957), The great transformation, Boston: Beacon Press (trad. it. La Grande Trasformazione, Torino: Einaudi, 2000).
Rossi, C.M. (2001), Le politiche di conciliazione tra famiglia e lavoro in Lombardia, Tesi di laurea in Servizio Sociale, Università degli Studi di Milano-Bicocca.
Qual è il ruolo delle note a piè di pagina?
Le note a piè di pagina possono essere usate per aggiungere informazioni extra o spiegazioni che non si adattano al testo principale senza interromperne il flusso. Sono come piccoli commenti aggiuntivi, ma non dovresti usarle per informazioni cruciali. È meglio usarle con parsimonia, solo quando sono davvero necessarie.